Italia e Brasile: le nuove restrizioni sulla cittadinanza e il futuro degli italo-discendenti

L’Italia ha recentemente introdotto modifiche significative alla legge sulla cittadinanza, limitando il riconoscimento del diritto iure sanguinis alle sole prime due generazioni. Questa decisione ha un forte impatto su milioni di italo-discendenti, in particolare in Brasile, dove esistono comunità con profonde radici italiane, specialmente nello stato di Santa Catarina. Ma cosa significa questa riforma per coloro che da anni attendono il riconoscimento della cittadinanza?
La comunità italiana in Santa Catarina: un legame storico
L’emigrazione italiana in Brasile, e in particolare nella regione di Santa Catarina, risale alla seconda metà dell’Ottocento. Migliaia di famiglie italiane, provenienti soprattutto dal Veneto, dal Trentino-Alto Adige e dalla Lombardia, si stabilirono in questa regione attratte dalle opportunità offerte dal governo brasiliano. Città come Nova Trento, Urussanga e Criciúma si trasformarono in veri e propri avamposti della cultura italiana, con una forte influenza sulla lingua, le tradizioni e l’economia locale.
Per generazioni, i discendenti degli emigrati italiani hanno mantenuto vivo il legame con l’Italia, tanto che oggi il Brasile è il Paese con il maggior numero di cittadini di origine italiana nel mondo. Tuttavia, la nuova normativa italiana sulla cittadinanza cambia radicalmente lo scenario per queste comunità.
La nuova legge sulla cittadinanza: cosa cambia?
Il 28 marzo 2025, il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato una riforma che introduce restrizioni al riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis. In base alle nuove regole:
• La cittadinanza automatica viene limitata alle prime due generazioni: solo coloro che hanno un genitore o un nonno nato in Italia potranno ottenere direttamente la cittadinanza.
• Per i discendenti di terza generazione e oltre, sarà necessario dimostrare un legame effettivo con l’Italia: tra i requisiti previsti, la residenza in Italia per almeno due anni prima di poter presentare la domanda.
• Sospensione e revisione delle domande in corso: molte richieste già avviate sono state congelate, e i consolati stanno rivedendo le procedure di riconoscimento.
Questa riforma è stata giustificata dal governo italiano con la necessità di evitare abusi e garantire che solo chi ha un legame concreto con l’Italia possa ottenere la cittadinanza. Tuttavia, per gli italo-discendenti in Brasile, la nuova normativa rappresenta una brusca frenata nel processo di riconoscimento delle loro origini.
Quali saranno le conseguenze per le comunità italiane all’estero?
Le nuove restrizioni sollevano diversi interrogativi:
• Quante persone perderanno il diritto alla cittadinanza? In Brasile, milioni di persone vantano antenati italiani, ma con la nuova legge molti di loro non potranno più ottenere il passaporto italiano senza trasferirsi in Italia per due anni.
• Ci sarà un impatto sui rapporti tra Italia e Brasile? Il riconoscimento della cittadinanza è sempre stato un ponte culturale tra i due Paesi. Con queste restrizioni, il legame tra l’Italia e la sua diaspora potrebbe indebolirsi.
• Si tratta di una decisione definitiva? La legge è entrata in vigore, ma potrebbe essere soggetta a modifiche o contestazioni legali. In Brasile, associazioni di italo-discendenti stanno già organizzando proteste e azioni per chiedere una revisione della normativa.
Conclusioni: una legge che divide
Se da un lato la nuova normativa sulla cittadinanza punta a regolamentare meglio il riconoscimento del diritto iure sanguinis, dall’altro rischia di escludere milioni di persone che hanno mantenuto un forte legame con l’Italia per generazioni. Il caso del Brasile, e in particolare della comunità italiana in Santa Catarina, dimostra quanto questa riforma possa avere un impatto profondo sulle relazioni tra l’Italia e i suoi discendenti nel mondo.
Resta da vedere se il governo italiano sarà disposto a rivedere queste restrizioni o se le comunità italiane all’estero dovranno adattarsi a una nuova realtà, in cui la cittadinanza non sarà più un diritto legato alla discendenza, ma a un legame concreto e attuale con la terra d’origine.